"La scarpa dell’America’s Cup è nata a Montebelluna"

Stefano Contini, designer nello Sportsystem, racconta come sia nata l'idea testata dal velista solitario Giovanni Soldini.

"La scarpa dell’America’s Cup è nata a Montebelluna"
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"La scarpa dell’America’s Cup è nata a Montebelluna". Il distretto della scarpa montebellunese non è soltanto un’eccellenza di marchi famosi in tutto il mondo. Dietro a questa industria esistono figure e personaggi che stanno alla base del prodotto. Tra questi ci sono certamente i designer. Stefano Contini, montebellunese classe 1963, imprenditore e consulenze nell’ambito delle calzature, ha rappresentato e rappresenta ancora oggi quelle professionalità riconosciute nell’ambiente e che hanno creato prodotti poi diventati famosi in tutto il mondo, professionalità, tuttavia, che lavorano all’ombra dei grandi marchi.
E’ una sua invenzione, tra le altre creazioni, la scarpa che l’equipaggio di New Zealand aveva ai piedi quando vinceva l’America’s Cup, all’inizio del terzo millennio.
"All’epoca ero responsabile di Murphy&Nye Italia - ricorda Stefano Contini -. Sixty Active gestiva il marchio americano e un mio collega di Sixty si mise in contatto con il velista Giovanni Soldini. Io avevo nel cassetto da anni quel progetto. Soldini venne a trovarmi a Montebelluna, presi una bottiglia piena d’acqua e la versai completamente all’interno della tomaia. L’acqua, grazie a una particolare struttura della scarpa, fuoriusciva completamente, lasciandola praticamente asciutta. Da lì partì il progetto per New Zealand, con vari test effettuati con la collaborazione degli equipaggi. Per uno di questi, che pesava 120 chili, dovemmo realizzare una suola apposita, in quanto non ne esistevano della sua misura. Quella scarpa di New Zealand è un esempio di progettazione, sviluppo e produzione realizzata totalmente nel Montebellunese, sfruttando maestranze e capacità tecnica di un’azeinda che produceva scarpe da calcio per Umbro e Nike (la Millenium), il calzaturificio Rems a Onigo di Pederobba, in via Case Rosse".
Stefano Contini, oggi, con un gruppo di persone ha creato un network di consulenze, progettazioni, ideazioni e sviluppi dei vari prototipi, fino al campione definitivo. Per alcuni clienti anche organizzano anche l’outsourcing, creando connessione tra azienda produttrice e azienda che deve produrre. "Prevalentemente lavoriamo con coloro che non hanno un sito proprio di sviluppo e produzione prodotto - spiega Contini -, perché le aziende ormai sono prevalentemente delocalizzato, non hanno cioè più maestranze. Ci sono piccole realtà e qualcuna anche grande che non sviluppano più produzione interna come avveniva 15-20 anni fa. Lavoriamo con marchi internazionali, dagli Stati Uniti all’Asia, in Italia con coloro che realizzano sport fashion e fashion sneaker. Personalmente sono più specializzato sull’ambito atletico, dal calcio, atletica, running, trail running al tennis. Ho seguito il marchio Prince per ben 7 anni. Fu poi fatta fallire la società italiana che sviluppava anche la racchetta da tennis, con tecnologia, enginering sviluppato da ingegneri della zona di Treviso. Io ero responsabile design e sviluppo calzatura, fino al lancio dei campionari, mentre i prodotti venivano realizzati in Cina, Taiwan e Vietnam".
Stefano Contini inizia la sua carriera in Fila. Dopo aver lavorato in tutti i settori della produzione, diviene responsabile del progetto calcio nel 1996 di Fila, con sede a Biella, in Piemonte. Dopo un breve periodo in Rossignol, torna in Fila, per seguire segmenti speciali in vari sport: «Il prodotto Heritage, sostanzialmente un’attuale sneaker - dice Contini - è stato un cavallo di battaglia di Fila, era un brand “life style” più che atletico. Ora Fila è stata assorbita da una holding coreana ed è diffusa in tutto il mondo, probabilmente oggi molto meno in Italia, dove è nata".
Un’esperienza ad ampio raggio quella di Stefano Contini, lavorando con aziende che sviluppavano calzature specialistiche di vari sport, come la Rossignol Lange e i suoi pattini in linea, un progetto sviluppato dalla Mgm di Antonio Gazzola e Luigi Manufredda, prima a Fossalunga ora a Casella d’Asolo.
Oggi Contini, a 56 anni, e dopo 37 anni d’esperienza vuole togliersi ancora delle soddisfazioni. Ha creato un suo marchio, il "Tirogiro", per realizzare scarpe per Futsal, il calcetto al coperto: "Sto testando due modelli, uno per dilettanti e uno per professionisti - spiega Contini -. Per il top di gamma mi sto avvalendo della collaborazione di Futsal Treviso e i primi risultati devo dire che sono eccellenti. Questa scarpa sarà il mio “giocattolo” personale, il nome tirogiro nasce da mio figlio che gioca al calcio e che così chiamava il tiro a effetto".
Contini vuole però anche consegnare la sua grande esperienza a giovani che possano continuare la grande tradizione montebellunese nella scarpa sportiva: "Con gli attuali dirigenti dello Sportsyestem si vuole far partire nuovi corsi di studio sulle calzature, per educare nuove maestranze, non solo all’orlatura o altre specializzazioni artigianali, ma anche allo sviluppo attraverso il design 3D. Più che allo studente, è mirato alle aziende che vogliamo far acquisire alle proprie maestranze una conoscenza maggiore e al passo con i tempi, per avvicinarli ai nuovi mercati".

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